
Endoscopia Urologica: che cos’è e quali servizi offre?
A cura del dottor Ezio Talarico, Medico Chirurgo specialista in Urologia ed Uroginecologia
L’Endoscopia Urologica è una branca specialistica dell’Urologia, che utilizza tecniche mini-invasive per la diagnosi e il trattamento di patologie dell’apparato urinario senza la necessità di incisioni della parete addominale.
Si utilizzano strumenti chiamati appunto ENDOSCOPI, che vengono introdotti attraverso le vie urinarie naturali e nella maggior parte dei casi, in anestesia spinale. Gli ENDOSCOPI sono strumenti a fibre ottiche, di forma allungata e sottile, alla cui estremità è collegata una piccola telecamera digitale. In questo modo è possibile esplorare le vie urinarie a scopo diagnostico per rilevare la presenza di lesioni-patologie a carico delle vie urinarie (es: polipi, calcoli, ecc.) e poter successivamente procedere con l’intervento di asportazione.
Tra le procedure diagnostiche eseguite troviamo:
– la uretrocistoscopia, esame endoscopico eseguito in regime ambulatoriale che consente la visualizzazione diretta di vescica, uretra (condotto che collega la vescica con l’esterno) e della prostata. L’esame, di breve durata, richiede una preparazione specifica (eventuale breve profilassi antibiotica e la sospensione di terapie con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti) e non necessità di anestesia in quanto non doloroso.
– l’ureteroscopia (o uretero-reno-scopia, abbreviata “URS”) che serve a riscontrare e contemporaneamente risolvere problematiche a carico delle alte vie urinarie Può quindi avere un ruolo diagnostico – quando si limita a riconoscere una determinata patologia – o anche operativo/terapeutico – quando consente di risolvere il problema. Come tutte le procedure endoscopiche non prevede l’esecuzione di incisioni cutanee ma sfrutta gli accessi naturali, nello specifico il meato uretrale esterno e prevede l’utilizzo dell’anestesia.
Tra le procedure chirurgiche troviamo:
– la resezione endoscopica della prostata (o classicamente chiamata TURP) che consiste nell’asportazione di una porzione della prostata. L’ intervento chirurgico viene eseguito sugli uomini colpiti da ipertrofia prostatica benigna per liberare il canale uretrale. L’endoscopio viene inserito attraverso l’apertura dell’uretra e guidato delicatamente fino alla prostata. Grazie alla telecamera montata in punta, il chirurgo è in grado di seguire direttamente su un monitor l’avanzamento dello strumento e giunto in posizione al taglio del tessuto prostatico in eccesso, che viene poi rimosso grazie al liquido di lavaggio. Nella maggior parte dei casi i frammenti di tessuto così rimossi vengono inviati in laboratorio per un’analisi istologica. L’intervento dura in genere tra i 60 e i 90 minuti e viene eseguito in anestesia loco-regionale o in alcuni casi in anestesia generale.
– la Thulep utilizza il Laser al Tullio. Si tratta di una tecnica innovativa e mini-invasiva che prevede una sonda laser inserita per via trans-uretrale (attraverso il pene) mediante uno strumento chiamato “resettoscopio” .Il laser asporta la parte di prostata aumentata, incidendo enucleando e coagulando nello stesso tempo; il tessuto prostatico viene successivamente ridotto in piccoli frammenti da un morcellatore e aspirato al di fuori della vescica.
– il Rezum è una tecnica ultra-mininvasiva nuovissima, appena introdotta in Italia e per questo al momento disponibile in pochi centri, che consiste nell’iniettare nell’adenoma prostatico (ovvero nella sede dell’ipertrofia benigna) vapore acqueo con un’apparecchiatura piuttosto sofisticata. Può essere effettuata in anestesia locale o tramite leggera sedazione e necessita di un brevissimo ricovero ospedaliero. Un altro vantaggio è rappresentato dalla conservazione della funzione sessuale e dell’eiaculazione nella grande maggioranza dei pazienti. Rappresenta quindi il trattamento più consigliato per i pazienti giovani che hanno necessità di mantenere la propria fertilità.
– il trattamento dei tumori della vescica o TURB è la rimozione chirurgica (resezione) di un tumore vescicale. Le neoformazioni vescicali vengono generalmente individuate con la cistoscopia (l’esame endoscopico della vescica) o con tecniche di imaging (più frequentemente ecografia o TC). La TURB è sia una procedura diagnostica che terapeutica. Infatti con questa tecnica è possibile asportare in maniera definitiva le lesioni vescicali più superficiali e che non infiltrino la parete muscolare della vescica. Per alcune lesioni più estese sarà necessario un secondo intervento di completamento (re-TURB) mentre per le neoformazioni che infiltrano la parete muscolare vescicale la TURB ha solo scopo diagnostico stadiativo, ma non curativo.
– posizionamento di STENT. Il posizionamento di uno stent ureterale è una procedura endoscopica mini-invasiva. Grazie al supporto di un filo-guida ed un cistoscopio flessibile, il tutore viene fatto progredire nell’uretere attraverso l’uretra per le vie naturali. Il posizionamento dello stent ureterale viene indicato per una serie di patologie ad elevata frequenza, come la presenza di calcoli, di tumori, di restringimenti della via escretrice, secondari a infiammazione o compressione. Per facilitarne l’ancoraggio questo sistema ha una doppia terminazione a monte e a valle a forma di J, da cui deriva il termine stent doppio J.
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